chirurgia per malattia emorroidaria e metodica THD
Trattamento chirurgico ambulatoriale di un singolo gavocciolo emorroidario
Non sempre nella malattia emorroidaria sono coinvolti tutti i gavoccioli e non sempre presentano la medesima condizione patologica: per questo può essere indicato trattare chirurgicamente solo uno o due gavoccioli sintomatici. In questi casi si procede con un intervento chirurgico ambulatoriale mini invasivo che utilizza lo strumento LBet88.
- L’intervento viene seguito in anestesia locale e in sala operatoria. Grazie alla sua mini invasività, permette un rapido ritorno alle normali attività. Durante la breve convalescenza è sufficiente seguire una terapia anti infiammatoria e antidolorifica a base di comuni analgesici.
- Il controllo post operatorio avviene a distanza di una settimana.
- Non è necessaria una dieta specifica nel post operatorio: si consiglia tuttavia un’alimentazione varia di tipo mediterraneo, onde evitare la stipsi.
- Le complicanze (eventuale sanguinamento, trombosi emorroidaria e recidiva del prolasso) si possono verificare nel 5% dei casi.
Quando ricorrere alla chirurgia per le emorroidi?
L’intervento chirurgico per la riduzione delle emorroidi si rende necessario quando si verificano episodi frequenti di tromboflebite emorroidaria esterna, se i metodi ambulatoriali falliscono, quando c’è un prolasso emorroidario difficilmente riducibile o nella persistenza del sanguinamento.
Tecniche chirurgiche tradizionali
- Rimozione del gavocciolo emorroidario con una piccola incisione, determinando la completa scomparsa della sintomatologia dolorosa.
- Emorroidectomia (Milligan-Morgan): la tecnica classica di asportazione delle emorroidi è riservata a casi selezionati, con emorroidi prolassate non più riducibili. E’ certamente più dolorosa rispetto alle tecniche più moderne (metodica THD) e necessita di un periodo più lungo di convalescenza.
tecnica mini invasiva THD
- Metodica THD, la più recente innovazione chirurgica per la cura della malattia emorroidaria. Questa tecnica all’avanguardia consiste nell’eseguire la legatura dei rami dell’arteria emorroidaria superiore, individuati tramite guida doppler, per diminuire l’afflusso di sangue ai cuscinetti emorroidari (dearterializzazione). Successivamente si effettua la pessia dei plessi emorroidari (ovvero si riposizionano le emorroidi nella loro naturale sede anatomica).
L’intervento è eseguibile in regime di day-surgery, garantendo il ritorno alle normali attività dopo circa una settimana.
Si può effettuare anche in casi complessi, in pazienti con problemi cardiaci o renali, diabete etc. o pazienti che hanno già subito un intervento chirurgico con altre tecniche. La metodica THD non impedisce di eseguire in futuro di altri interventi sul canale anale e sul retto.
Metodica THD (Transanal Hemorrhoidal Dearterialization): la novità nella chirurgia mini invasiva per le emorroidi
Il metodo THD Doppler è una tecnica all’avanguardia, frutto di anni di esperienza in sala operatoria e delle più recenti innovazioni tecnologiche: non agisce direttamente sulle emorroidi, bensì sui rami dell’arteria emorroidaria superiore, individuati con una sonda doppler e legati con punti di sutura in una zona insensibile al dolore, per ridurre l’afflusso di sangue alle emorroidi stesse. Nello stesso momento si corregge il prolasso della mucosa rettale, tramite Pessia.
Il procedimento viene definito dearterializzazione ed è eseguibile in regime di day-surgery.
Il ritorno alle normali attività si ottiene mediamente in una settimana circa.
La metodica THD rientra fra le metodiche mini-invasive e a differenza di altre tecniche non comporta asportazione di tessuto. Si può effettuare anche in casi complessi, in pazienti con problemi cardiaci o renali, diabete etc. o che hanno già subito un intervento chirurgico con altre tecniche.
La metodica THD non impedisce di eseguire in futuro di altri interventi sul canale anale e sul retto.